Indizi di felicità. Ancora Veltroni

Il nostro parere

Indizi di felicità (2017) ITA di Walter Veltroni

Terzo sforzo cinematografico di Walter Veltroni con un documentario sulla felicità. Per contrasto l’ex sindaco di Roma inizia mostrando le immagini più brutali e violente degli ultimi 15 anni, partendo dagli aerei che si schiantano sulle torri gemelle di New York fino ai cadaveri dei bambini morti nella traversata del Mediterraneo nel dramma dei migranti. In questi pochi minuti Veltroni non ci risparmia nulla ed è difficile sostenere lo sguardo di fronte a queste atrocità. Successivamente, si apre alle interviste che, come nelle opere precedenti, sono il centro del suo girato.

I diversi personaggi si alternano davanti alla telecamera per raccontare cosa è per loro la felicità. Si apprendono così lacerti di vita che compongono un attento mosaico di sensazioni ed emozioni. C’è il seminarista che è anche tifoso della curva sampdoriana, l’imprenditore che ha superato un tumore e vive alla giornata, una coppia di sposi che ricordano il loro amore, un migrante, un sopravvissuto ai campi di concentramento ed altri. Soprattutto il reduce da Birkenau commuove nel profondo perché sa raccontare con la semplicità dell’evidenza la mostruosità di quanto ha vissuto.

Ci sono diversi momenti emozionanti ma l’impressione complessiva è di un’opera interessante ma incompleta che manca di compattezza e forza. I singoli momenti colpiscono e lasciano il segno, ma il ricordo dell’intero film non si lega propriamente alla felicità (o agli indizi che Veltroni vuole suggerire), ma piuttosto ad un racconto del reale che va per impressioni non legate tra loro. Colonna sonora di Danilo Rea.

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