Il migliore. Magia del baseball

Il nostro parere

Il migliore (1984) USA di Barry Levinson

In questo film si incontrano diversi miti: il baseball, mito sportivo per eccellenza degli USA; Robert Redford, uno dei miti del cinema; Bernard Malamud, uno dei grandi scrittori americani del novecento. Alla guida di questa improvvisata vettura, a coordinare l’incrocio dei tre miti un grandissimo professionista come Barry Levinson, mai genio ma sempre impeccabile.

Il regista americano non sbaglia un colpo costruendo un perfetto angolino epico per rappresentare Roy Hobbs, giovanissimo e mostruoso talento del baseball, che vede la carriera interrotta da una pazza che gli spara ferendolo molto gravemente. Dopo 16 anni Hobbs ricompare, spedito dai dilettanti ad una squadra di professionisti. Quando riesce a mettere i piedi in casa base, l’atleta diventa leggenda infilando una serie di fuori campo pazzeschi.

I tre miti vengono mixati bene dall’allora giovane Levinson. Si perdona il fatto di tentare di far passare il cinquantenne Redford per un ventenne (anche Glenn Close per la verità), concedendo una licenza poetica nell’incipit, ma la bellezza degli home run, sottolineati dalla musica di Randy Newman, e il climax che il regista riesce a creare in attesa del loro inevitabile accadimento valgono da soli il biglietto. A distanza di 30 anni il film ha mantenuto il suo afflato epico. La prova del tempo conferma che quest’opera imperfetta colpisce sempre al cuore. Il cast è fantastico con i due caratteristi, Wilford Brimley e Richard Farnsworth, sopra ogni altro.

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