I 10 migliori road movie secondo Filmcomment

Filmcomment è il sito della Film Society Lincoln Center, organizzatrice del New York Film Festival insieme al MOMA. Da questo si può facilmente capire chi sono le persone che hanno stilato questa classifica. Vale la pena ricordare che il regista Monte Hellman, risultato al primo posto di questa particolare graduatoria con un suo film, ha sottolineato il fatto che La strada di Fellini risulti solo al diciottesimo posto, scatenando sulla sua pagina Facebook una discussione sul valore del film italiano. Insomma, tutto il mondo è paese. Appena fuori dalla top ten c’è il magnifico Il salario della paura di Clouzot.

10. Voglio la testa di Garcia(1974) di Sam Peckinpah Un ricco messicano offre un milione di pesos a chi gli porterà la testa dell’uomo che ha messo incinta la figlia. Ma Alfredo Garcia è morto. Benny, un pianista fallito, decapita il cadavere per incassare la taglia ma mette a rischio la sua vita e tutto quello che gli è caro. È il film più misconosciuto di Peckinpah, cineasta ossessionato dalla violenza che, però, anche qui è soltanto la reazione obbligata dell’eroe che appartiene a un mondo in via di sparizione. Diseguale e geniale discesa negli abissi di un mondo dove regnano la corruzione e la violenza.

 

 9. Viaggio in Italia (1954) di Roberto Rossellini Una coppia di coniugi inglesi ritrova, a contatto col Sud, una speranza di comunicazione e comprensione reciproca, uscendo dalla noia e dalla solitudine. Il migliore dei film di Rossellini con la Bergman. Ignorato dal pubblico, poco compreso e strapazzato dalla critica italiana, esaltato da quella francese legata alla Nouvelle Vague: “Con l’apparizione di Viaggio in Italia tutti i film sono improvvisamente invecchiati di dieci anni” (J. Rivette, 1955). Influenzò il cinema moderno degli anni ’60. Scritto, su una sceneggiatura quasi inesistente, da Rossellini e da Vitaliano Brancati.


8. Una storia vera (1999) di David Lynch Alvin Straight non gode di ottima salute, ma parte ugualmente in sella ad un tosaerba a motore per un viaggio lungo 500 chilometri che lo porterà dall’Iowa al Winsconsin per andare a trovare il fratello, vittima di un infarto, con il quale ha rapporti traballanti ormai da parecchi anni. Si basa su un fatto realmente accaduto e racconta la storia di Alvin Straight, un contadino dell’Iowa che nel 1994, a 73 anni di età, intraprese un lungo viaggio a bordo di un trattorino rasaerba per andare a trovare il fratello reduce da un infarto. Film intenso e riuscito, così diverso dal tipico stile visionario del regista americano.

7. La sanguinaria (1950) di Joseph H. Lewis Bart Tare nutre sin dall’infanzia un’insana passione per le armi da fuoco. Finito il servizio di leva, decide di ritornare al suo paese natale. Durante una fiera, Bart incontra Annie, una ragazza che svolge uno spettacolo con delle pistole; tra i due è amore a prima vista. Decidono di fuggire e cominciare una nuova vita insieme, ma dopo il matrimonio Annie inizia a lamentarsi della loro misera situazione finanziaria; decidono così di sfruttare le loro qualità commettendo una rapina dietro l’altra. In coppia iniziano ad assaltare rifornimenti di benzina, alimentari e soprattutto banche, finché durante un colpo non ci scappa il morto: per loro è l’inizio della fine. Braccati dalla polizia, i due protagonisti cominciano una difficile corsa contro il tempo, una disperata fuga da uno stato all’altro degli Usa nel tentativo di non farsi prendere.

6. Nel corso del tempo (1976) di Wim Wenders E’ la storia dell’incontro casuale di due uomini sui trent’anni (uno ripara proiettori cinematografici, l’altro è uno psicolinguista), del loro viaggio lungo il confine tra le due Germanie, della loro reciproca conoscenza, della loro separazione. A Cannes nel 1976 vinse il premio della Critica internazionale. Film di viaggio (anzi, di erranza) come Alice nelle città (1973) e Falso movimento (1974), è una riflessione sulla Germania prospera, mercantile e americanizzata del miracolo economico, sul malessere della generazione postbellica, sulla dissoluzione del mito dell’uomo forte, sul cinema, rappresentato nel suo versante materiale (la pellicola, la macchina da proiezione, il sonoro). È uno di quei rari film che trasmettono il piacere di andare al cinema, rispettando l’intelligenza dello spettatore e, insieme, sollecitandone i sensi.

5. Il bandito delle ore 11 (1965) di JeanLuc Godard Ferdinand e Marianne si ritrovano dopo cinque anni da che si sono lasciati e durante i quali lei è stata in una banda di criminali. Si isolano dal mondo, si amano, ma comunicare non è facile. Finiti i soldi, bisogna pur vivere: Ferdinand segue Marianne che torna nella banda. Un colpo, un omicidio, ma l’amore è finito: Ferdinand uccide Marianne e poi si suicida, alla ricerca dell’amore perfetto in un altro mondo. L'”amour fou”, la solitudine, l’eccesso. Ferdinand si avvolge nella dinamite e accende la miccia: il punto di arrivo del primo Godard.

4. Detour (1945) di Edgar G. Ulmer Un pianista di night fa l’autostop verso Hollywood. L’uomo che gli da un passaggio muore d’infarto e lui, per paura della polizia, nasconde il cadavere. Una donna conosciuta per caso lo ricatta e lui, per sbaglio, la uccide.  Film simbolo del genere noir.

3. I dimenticati (1941) di Preston Sturges Sullivan, un regista americano famoso, decide di realizzare un film drammatico e realista. Si traveste da barbone per cercare di comprendere le aspirazioni del ceto povero. Nelle sue peregrinazioni, lo accompagna una giovane attrice, giovane. Quando Sullivan pensa di concludere l’esperimento, si trova a dover vivere l’esistenza dei poveri e non più per finta: aggredito e derubato da un altro barbone, perde la memoria e viene condannato a sei anni di prigione, mentre i suoi documenti vengono trovati sul cadavere irriconoscibile del ladro. In prigione, il regista è colpito nel vedere i suoi compagni di pena dimenticare per un momento le loro sofferenze assistendo a un cartone animato di Topolino e capisce che anche il cinema di pura evasione può fare del bene all’umanità; per questo, quando, con l’aiuto della ragazza, riesce a dimostrare la sua vera identità, Sullivan rinuncia al suo ambizioso progetto e decide invece di girare una nuova commedia.

2. La rabbia giovane (1973) di Terrence Malick Mereghetti lo definisce «uno dei film più insoliti e preziosi del cinema americano» Ancora oggi Malick, che realizzava il suo primo film, è un mito per il cinema americano. Qua ci sono tutti gli elementi stilistici del suo cinema: l’uso di una voce fuori campo introspettiva e di musiche suggestive creano un senso di sospensione e di distacco dagli eventi, mentre la macchina da presa alterna splendide immagini di grande fascinazione per la natura alla cruda rappresentazione della violenza dei comportamenti umani. La trama segue le peregrinazioni di due ragazzi presi da un amour fou che porterà  il lui della coppia al delitto e alla perdizione.

1. Strada a doppia corsia (1971) di Monte Hellman Pilota e il Meccanico girovagano per le strade del Sudovest americano a bordo della loro Chevrolet del ’55 truccata. Vivono alla giornata, alla ricerca di auto contro cui gareggiare; durante il viaggio, si unisce a loro la Ragazza. Gran parte del film è incentrata sulla sfida che i due ragazzi propongono a GTO, il proprietario di una Pontiac incontrato lungo il tragitto: chi arriva per primo a Washington D.C. vince l’auto dell’altro.  Protagonisti della pellicola sono il cantautore James Taylor, il batterista dei Beach Boys, Dennis Wilson, e Warren Oates.

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