Favolacce – Futuro nero

Il nostro parere

Favolacce (2020) ITA di Damiano e Fabio D’Innocenzo

Nella periferia di Roma, vive una piccola comunità di famiglie che trascorre le sue giornate in maniera apparentemente normale. Tuttavia, sotto la superficie, cova il sadismo dei padri, la passività delle madri e la disperazione dei figli.
La periferia romana come centro del mondo. Forse è questo il difetto che si può trovare in Favolacce, come se il mondo intero partisse da questa unica realtà per descrivere l’Italia. Al di là di questo, l’opera dei fratelli D’Innocenzo ha una forza particolare che ti resta dentro che lascia sgomenti e colpiti. Questo è un merito enorme in un momento in cui la maggior parte dei film (periferia romana compresa) sprofondano nella noia e in un realismo esasperato e fine a se stesso.

Per quanto periferia, però, la sua rappresentazione ricorda più Truman Show che i disperati casermoni, poichè è  mostrata attraverso quartieri borghesi fatti da villini monofamiliari, con bei salotti, giardini curati in cui si tengono conviviali cene tra amici.

La particolarità sta nel sostrato di rabbia folle, di risentimenti profondi e di rimpianti disperati che fa da sfondo ad ogni scena in cui gli adulti si esprimono quando non passano alla violenza vera e propria per un nonnulla. La volgarità, l’indolenza, la falsità dei rapporti umani è la costante raffigurata da interpretazioni sovraeccitate, sopra le righe.

Le vittime sono i piccoli che devono crescere rapidamente, seguendo i genitori immaturi ed incapaci di trasmettere loro valori, in balia di pornografia, narrazioni e stili consumisti e triviali, impossibilitati a mantenere la serenità che dovrebbe essere tipica dell’età.

Questo quadro desolante e rabbioso è immerso in un paesaggio surreale, realistico eppure straniante, grazie alla fotografia di Paolo Camera, e ad una sceneggiatura che sposta i riferimenti dello spettatore. Il finale sconvolgente è un colpo allo stomaco ma è vero oppure è un prodotto televisivo? E’ un sogno oppure una drammatica realtà?

 

 

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