Bones and all – Amore e carne

Il nostro parere

Bones and all (2022) ITA di Luca Guadagnino


L’amore sboccia tra una giovane emarginata sociale e un vagabondo diseredato mentre si imbarcano in un’odissea di 3.000 miglia attraverso le strade secondarie dell’America.


Guadagnino è un regista altamente visivo, ma il suo stile è sempre al servizio dei suoi personaggi e delle loro relazioni piuttosto che di un semplice sguardo. Molto più che nel remake di Suspiria, Bones and All stabilisce il suo mondo come allo stesso tempo riconoscibilmente generico e solidamente credibile. La scenografia di Elliott Hostetter crea un mondo credibile di trattorie, supermercati e sale d’imbarco che Lee e Maren attraversano durante il loro viaggio. Trent Reznor e Atticus Ross completano la loro colonna sonora atmosferica con una selezione astuta ed eclettica di pop degli anni ’80, tra cui “Atmosphere” dei Joy Division e “Lick it Up” dei Kiss, con cui Lee si scatena.

Lavorando dall’adattamento dello sceneggiatore David Kajganich del romanzo di Camille DeAngelis, Guadagnino racconta un viaggio raccapricciante con una storia d’amore che può sembrare stridente. Paesaggi degni di svenimento sotto cieli viola sono letti dalla lente del direttore della fotografia Arseni Khachaturan.

Ancora una volta centrale è il passaggio dall’adolescenza alla maturità, cosa che Guadagnino ha affrontato in diversi film. Gli appetiti carnali e carnivori di Lee e Maren si intrecciano con il desiderio di una vita normale. La scelta è netta: essere se stessi e vivere da emarginati, o negare chi sono.

I due protagonisti sono bravi: Russell colpisce per la fragilità di una donna divisa tra la testa; Chalamet – che è anche uno dei produttori del film – riesce a proiettare un’insicurezza ferita.

“Bones and All” si svolge come un’esperienza, sospesa tra immagini modestamente sontuose, ma una volta che la coppia raggiunge la destinazione originale di Maren, il film perde forza che non può essere recuperata dai flashback che saturano l’atto finale del film.

 

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