Black widow – Marvel again

Il nostro parere

Black Widow (2021) USA di Cate Shortland

La Vedova Nera, conosciuta anche come Natasha Romanova, è in fuga. Dopo Civil War è ricercata dagli Stati Uniti, quando riceve da sua sorella uno strano contenuto. E’ un antidoto del controllo mentale che Dreykov, il suo nemico, usa per controllare le donne della sua organizzazione. Deve salvare la sorella e affrontare un nemico mortale.

Per quale motivo c’è stato il ritardo di oltre un anno di “Black Widow” della Marvel?  In fondo Thor, Captain America e Iron Man hanno ottenuto tre film prima che Natasha Romanoff ne avesse uno? I fan si sono lamentati molto prima della pandemia che sembrava che Black Widow venisse messa da parte, dopo la fine della sua storia in “Avengers: Endgame”. Il film della regista Cate Shortland conferma che Black Widow avrebbe potuto portare il suo film secoli fa. Ci sono personaggi, retroscena e intrighi nel suo mondo per un’intera serie.

I migliori aspetti di “Black Widow” riecheggiano il tono del film di spionaggio degli anni ’70. La Shortland e lo scrittore Eric Pearson prendono sfacciatamente  in giro gli amati classici d’azione e di spionaggio con elementi che riecheggiano James Bond (una clip di 007 viene persino trasmessa in televisione nel film). Eppure “Black Widow” incorpora tutti questi grandiose azioni di spionaggio in qualcosa che sembra vivo e originale a modo suo, grazie in gran parte alla coreografia e al grande cast.

La famiglia è il tema principale dell’opera. Natasha Romanoff è in fuga da una famiglia improvvisata quando viene respinta tra le braccia di un’altra. Il film si apre con una scena appena uscita da “The Americans” in cui viene rivelato che una giovane Natasha e sua sorella Yelena hanno avuto una breve vita in Ohio sotto le figure genitoriali Alexei e Melina. Sembravano una famiglia normale, ma “mamma” e “papà” erano in realtà spie russe, e le ragazze venivano solo preparate per la loro imminente introduzione in un programma di super soldati in patria. Dopo un’apertura esplosiva, i titoli di coda di “Black Widow” rivelano che Natasha e Yelena sono state trasformate da ragazze normali in macchine per uccidere.

Siamo temporalmente dopo “Captain America: Civil War”, quando Natasha è in fuga dal suo stesso governo, clandestina dopo aver violato gli accordi di Sokovia. È allora che riceve un pacco da Yelena fuggita dopo aver scoperto una sostanza che libera le vedove dalla loro sottomissione chimica. È intenzionalmente un’inversione del concetto di siero del super-soldato che ha guidato l’azione di progetti come “The Falcon vs. the Winter Soldier”. Da lì, sono costretti a far evadere Alexei, alias The Red Guardian, fuori di prigione e alla fine a riunirsi con la Vedova Nera che li ha davvero creati, Melina.

I punti deboli stanno nella figura del cattivo. Dreykov è troppo manierato e il killer imbattibile della Kurylenko serve per l’azione e non per la psicologia. L’interpretazione di Harbour sulla versione russa di Capitan America è intelligente, trovando il giusto equilibrio tra umorismo e spavalderia ma resta il personaggio della Pugh il più riuscito pronto a raccogliere il testimone per il futuro della Marvel Universe

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