Amore sotto i tetti – Una speranza

Il nostro parere

Amore sotto i tetti (1948) USA di George Seaton

Un vecchio docente di filosofia in depressione e con intenti suicidi ritrova la voglia di vivere grazie alla vicinanza con una sqattrinata coppia di innamorati pieni di sogni e buoni propositi.

Un film gioioso che riconosce le dure realtà della vita del dopoguerra e offre discorsi stimolanti e dibattiti filosofici al posto del sentimentalismo di molti film per famiglie. Questo è in gran parte dovuto a George Seaton, drammaturgo, produttore e sceneggiatore-regista dell’opera che sa nascondere temi più ampi sotto inni alle gioie della comunità e all’ottimismo contagioso.

Seaton scrive dialoghi scattanti recitati ottimamente da professionisti esperti come Edmund Gwenn, mentre Jeanne Crain brilla per la carica positiva con cui il suo personaggio incarna lo spirito coraggioso dell’età d’oro dell’America. In apparenza, il messaggio del film sembra essere “nessun uomo è un’isola”, con l’anziano professore di clausura rinvigorito dall’incontro con una giovinezza socievole ed esuberante. Tuttavia, poiché prove come la povertà e la perdita di figli entrano nella vita della coppia e lo spettro del suicidio indugia ancora, il sottotesto approfondisce ambiziosamente la ricerca della felicità e di un modo migliore di vivere nel mondo del dopoguerra. C’è del paternalismo stucchevole, è vero, e un riconoscimento conformista del mondo patriarcale con la donna ridotta allo stato di angelo del focolare ma il regista ha saputo insinuare grandi dubbi sul ruolo dell’uomo nell’ambito familiare ed è questo aspetto che colpisce maggiormente a tanti anni di distanza dall’uscita del film.

È un film che salta abilmente dalla commedia generale (il tentativo disinvolto di Jason e del professor Barnes di assemblare un lettino per bambini), al dolore, e commovente (una raccolta di severi accademici aiuta sottilmente Jason a superare gli esami). Eppure ciò che colpisce è il messaggio che rafforza l’anima come niente di utile sia facile.

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