10 capolavori di Clint Eastwood – regista

Clint Eastwood è un caso sorprendente e unico nella storia del cinema. Non è mai accaduto che un autore abbia dato il meglio di sè tra i 70 e gli 80 anni. Mai è successo che a quest’età si infilassero una serie di perle come Mystic River, Million Dollar Baby, Gran Torino, Flags of our fathers, Letters from Iwo Jima e Changeling in soli cinque anni. Un tour de force impressionante per qualità e compattezza, che solo nelle ultime pellicole ha lasciato spazio a qualche sbavatura. A questo bisogna aggiungere film che meritano di essere citati (Honkytonk man) e documentari (Piano Blues) in cui si rivela il secondo grande amore del regista americano: la musica.

10. Cavaliere Pallido (1985) Un omaggio alla storia del western utilizzando i classici topoi derivati dai classici, ma rivisti alla luce delle lezioni impartite da Sergio Leone e Don Siegel, i due mentori di Eastwood.

e Changeling (2008) Come si può affrontare la scomparsa del proprio figlio? Lo si può fare senza ricorrere a scene madri, a lacrime facili, a sentimentalismi vieti. Bellissima l’interpretazione di Angelina Jolie, ma lo spessore del film si legge nell’asciutto e amaro racconto dell’ingiustizia. E il reazionario Clint sa usare le parole e i toni giusti anche sulla pena di morte.

9. Breezy (1973) Una tenerissima storia d’amore senile tra un uomo anziano al tramonto ed una giovane pura e rigeneratrice. Fu una sorpresa, allora, vedere il “duro” Eastwood saper toccare con tanta sensibilità certi sentimenti. Era solo il prodromo della sua successiva carriera d’autore.

8. Mezzanotte nel giardino del bene e del male (1997) Pellicola spesso dimenticata, ma tra le migliori di Eastwood. Gli attori, l’ambientazione, la ricchezza di toni fanno di questo film un gioiello da riscoprire.

7. Flags of our fathers (2006) “Se la leggenda diventa realtà vince la leggenda” diceva il giornalista in “L’uomo che uccise Liberty Valance”. Ecco il modo per raccontare una vera leggenda in modo antieroico, non convenzionale, antiretorico. La seconda guerra mondiale appare come un tragico massacro, in cui gli uomini, inebetiti, sono manovrati dal destino e dalla casualità.

6. I ponti di Madison County (1995) Un amore eterno, un amore che non ti aspetti da un uomo duro, ma è l’amore che resta sempre nei cuori. Il rischio della sdolcinatezza era altissimo di fronte ad una vicenda di questo tipo, ma non per Eastwood che distanzia la maccchina da presa nei momenti di tenerezza, avvicinandola solo negli attimi di burrasca, di dolore.

5. Mystic River (2003) Gli attori di questo film sono spettacolari. Ma è l’afflato epico, tipico dei film di Eastwood, ad affascinare. Le colpe dei padri ricadono sui figli in modo violento, naturale, tragico. E’ di tragedia greca potremmo parlare in questa pellicola dove una morte assurda trascina con sè la vita di molte persone.

4. Bird (1988) La biografia di uno dei più grandi jazzisti della storia, Charlie Parker, raccontata come un lungo film blues, sincopata e narrata nel buio della notte, del fumo delle sigarette e della disperazione. Così scompaiono i miti.

3. Gran Torino (2008) Walt è un personaggio meraviglioso perchè non scevro da difetti e problemi. Tutti gli eroi di Eastwood sono contraddittori e problematici, reduci da un passato spesso vergognoso. Nessuno di loro sa come risolvere quanto hanno fatto e cercano solo una possibilità per riscattare l’errore, pronti a pagare di persona. Il mondo non è composto da buoni, anzi.

2. Million dollar baby (2004) Film struggente ed indimenticabile. Come può un cosiddetto conservatore saper parlare della dolce morte, del dolore, del riscatto, della sconfitta come lui? Eppure tocca il cuore come nessuno, commuove e sconvolge. Che attori!!



1. Gli spietati
(1992) Questo film può essere paragonato all’Odissea, ai classici che restano attuali perchè parlano del destino dell’uomo. E il destino dell’uomo non appare modificabile, siamo quello che ci meritiamo di essere e null’altro. Non c’è pietà, non c’è riscatto, solo un abisso di desolazione. Non è questione di meriti, dice William Munny, quando si muore.

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1 Response

  1. Dokei scrive:

    I Love this post!

     

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