Zohan – Superagente

Il nostro parere

Zohan (2008) USA di Dennis Dugan

Un agente israeliano, creduto morto in patria, si trasferisce a New York per diventare un famoso parrucchiere. Il successo che riscuote però, non lo aiuta a restare nell’anonimato, e così, qualcuno si accorge che è ancora vivo.

La prima parte della carriera di Sandler è legato alla demenzialità, personaggi eccessivi in vicende surreali in cui lui spiccava per il politicamente scorretto, per forzature grossolane spesso molto divertenti per le esagerazioni assurde, la comicità di grana grossa. Zohan fa parte di questo filone che l’attore americano ha abbandonato dopo aver fatto anche film drammatici, iniziando un percorso di maturazione che lo ha portato alla commedia con qualche graffio uncorrect che ricorda le origini.

La sceneggiatura è ovviamente demenziale ma ha qualche problema nella durata perchè gag e combattimenti alla Matrix non bastano per tenere alta la qualità per quasi due ore di film. I cammei di John McEnroe e Henry Winkler, i capelli cotonati, i colori sgargianti, le improbabili t-shirt, le acrobazie del protagonista completano l’insieme.

Il regista mette insieme 007, Matrix, un sacco di battute di carattere sessuale estremamente esplicite (e per questo spassose) per trascinarci nella follia dell’intreccio.

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