Valerian e la città dei mille pianeti. Futuro in viaggio

Il nostro parere

Valerian e la città dei mille pianeti (2017) FRA di Luc Besson

La fantascienza è un pallino di Besson. Vi ritorna dopo Il quinto elemento e lo fa utilizzando la graphic novel di Christin e Mèzieres che ipotizza di un mondo volante, frutto dell’unione di centinaia di razze provenienti da tutto l’universo. Quest’immensa astronave viaggia nelle galassie cercando di dare un senso alla propria esistenza. Qua troviamo il maggiore Valerian che, dopo una visione improvvisa, deve far fronte, insieme alla bellissima Laureline, ad un pericolo all’interno della stessa astronave.

Il film è vibrante e fantasioso nella prima parte, si addormenta decisamente nella parte centrale (verbosa e retorica) per concludersi in modo abbastanza scontato. Besson è molto bravo nel creare un universo, un mondo pieno di invenzioni immaginifiche. Il grande mercato tridimensionale è un’idea davvero pregevole, così le molte razze che popolano l’astronave. L’intreccio non regge il confronto, basandosi su idee tutto sommato convenzionali.

Apprezzabili le apparizioni di Rutger Hauer e, soprattutto, di una folta schiera di registi francesi (Rochant, Giannoli, Leterrier, Jacquot, Megaton, Krawczyk) impegnati in piccoli ruoli.

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