Un piccione seduto su un ramo riflette sull’esistenza (2014) SVE di Roy Andersson
Vincitore del Leone d’Oro come miglior film al Festival di Venezia 2014, la pellicola di Andersson è una serie di tableaux vivants in cui in modo fisso e monocorde si racconta dell’assurdità dell’esistenza attraverso singoli episodi legati tenuemente dal vagabondare di due rappresentanti, venditori di giochi oltremodo obsoleti.
Il ritmo è ipnotico fino ad indurre il sonno, le storie (divise in 39 scene) raccontano la straniante sensazione della fine, dell’inutilità dell’esistenza, della vacuità delle aspirazioni umane, racchiuse in una gabbia infelice e immobile.
Molto rilevante è la parte cromatica, la scelta della composizione dell’immagine, chiaramente ispirata a opere e stili pittorici. Da questo punto di vista è davvero notevole, così come il significato ultimo della narrazione. Si fa fatica a sorridere, la bocca resta a mezza strada indecisa tra la risata amara e lo sprezzo per i personaggi, così lontani ed inebetiti, senza un solo scopo nella vita. Non si può ridere perché alla fine l’immagine diventa speculare e riflette la condizione umana.
Però, solo per chi riesce a reggere. E’ singolare come i giurati dei festival pencolano tra i film più ruffiani e quelli totalmente fuori mercato e noiosi senza (quasi mai) una via di mezzo.
Mah,mi è piaciuto tantissimo,sono rimasto ipnotizzato per l’intera durata del film