Un bacio. Sul bullismo

Il nostro parere

Un bacio (2016) ITA di Ivan Cotroneo

La piaga del bullismo è sempre stata una mannaia per gli adolescenti e ora il problema si è ulteriormente ingigantito per via della potenza mediatica dei social. Il cinema non poteva non affrontare l’argomento, cercando di spiegare i meccanismi mentali che conducono questi ragazzi in un baratro dove sembra non ci sia salvezza.

L’idea di base è quindi ottima e certamente Cotroneo ha, scrivendo la sceneggiatura, utilizzato la casistica dolorosamente ampia che colpisce questa fascia d’età. Così ha deciso di narrare la vita di Blu, Lorenzo e Antonio. La prima è considerata una sgualdrina perché ha fatto sesso con 4 ragazzi contemporaneamente. Lei ne è fiera, poiché uno di loro è il suo fidanzato. Troppo tardi comprenderà cosa le è davvero successo quella sera. Lorenzo è omosessuale e adottato da una coppia di bravissime persone. Il suo ostentato esibizionismo e la sua evidente tendenza lo rendono inviso al resto dei compagni che lo ghettizzano. Antonio, invece, ha appena perso il fratello in un incidente. Solo e demoralizzato si sente poco intelligente. I coetanei e l’ambiente lo convincono ancora di più. I tre si uniscono contro tutti e sfidano il mondo intero con la loro irruenza e la loro voglia di evasione. Ma il mondo presenterà loro il conto….

L’operazione è intelligente, lo spunto pure, meno la sceneggiatura. Si ha, infatti, l’impressione di una narrazione studiata a tavolino. I casi sono da cronaca, ma la loro concatenazione è forzata, artefatta. In pratica sembra che si sia deciso di inventare una storia che riassuma le diverse problematiche in un colpo solo. Comodo ma anche improbabile. Brava Valentina Romani da segnalare per la spontaneità, così come Thomas Trabacchi e Susy Laude. Un po’ troppo manieristi gli altri ragazzi (Grillo Ritzberger e Pazzagli).

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