Twinky – Amore tra le generazioni

Il nostro parere

Twinky (1970) USA di Richard Donner

Un’adolescente inglese e uno scrittore statunitense di mezza età si sposano in Scozia e vanno a vivere a New York. Sullo sfondo del perbenismo e della protesta generazionale si svolgono i classici assestamenti di coppia, dove entrambi capiranno di non essere compatibili.

In epoca del metoo un film del genere non si sarebbe mai potuto fare. Pensare ad un quarantenne che va con una minorenne (giusto Moccia ci può pensare) oggi sarebbe quasi intollerabile senza una levata di scudi. Bisogna però contestualizzare l’epoca (che era quella della contestazione, della liberazione sessuale) e valutare il contesto del film, ovvero il forte elemente parodistico della borghesia e dell’aristocrazia inglese. In quest’atmosfera generale Twinky (non può non essere un richiamo a Twiggy, la modella che spopolava allora) è centrato anche se il regista è il newyorchese Donner, poi famoso per i Goonies, i primi Superman e la serie Arma letale.

Susan George è propositiva ed esplosiva mentre Bronson è fuori parte, eccessivamente statico e rigido nell’affrontare una vicenda che avrebbe avuto bisogno di ben altra verve. Dopo la prima parte, il film si affloscia su se stesso diventando la classica scena matrimoniale. Divertenti sono i confronti con le rispettive famiglie dei due novelli sposi, in cui Donner affonda corrosivamente nei luoghi comuni sul sentimento della famiglia tradizionale anni ’60.

Impacciata e svogliata, l’opera si conclude con la classica rottura senza che la cosa sorprenda nessuno, in particolare i protagonisti.

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