Tutti pazzi in casa mia. L’egoismo divertente

Il nostro parere

Tutti pazzi in casa mia (2014) FRA di Patrice Leconte

Che bello respirare l’aria del politicamente scorretto quando questo non è fatto per una provocazione ma per l’intelligente qualità dello sberleffo.

Michel, appassionato di jazz, scova un disco pressoché introvabile e corre a casa per ascoltarlo. Ma il destino gli riserva ben altro trattamento. Tutte le problematiche di casa proprio esplodono in quel pomeriggio. Michel deve gestire l’amante pentita che vuole confessare tutto alla moglie, un vicino petulante, un operaio incapace che gli distrugge la casa, la moglie che gli confessa un tradimento ed un figlio terzomondista che vuole piazzargli una famiglia filippina in casa. Insomma, un disastro che Michel gestisce con una dose di egoismo invidiabile che gli consente una serie di battute acidissime.

Leconte confeziona una commedia pregevole, molto verbosa (quale commedia francese non lo è?) dal solido impianto teatrale. Cristian Clavier è un vero istrione (consigliamo di ascoltare il film nella versione originale): padroneggia la scena da mattatore, gestendo il traffico dei personaggi secondari, lanciando le battute con fare selvaggio. Il regista si limita a seguire il suo eroe con arguzia. Si ride parecchio e si sorride di questa distruzione di ogni convenzione borghese. In poco più di un’ora l’opera distrugge ogni velleità borghese di una famiglia unita, dei sentimenti filiali, prendendosi gioco dell’opportunismo, del buonismo di destra e sinistra.

 

 

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