Timbuktu – Realismo crudo e crudele

Il nostro parere

Timbuktu (2014) MAU di Abderrahmane Sissako

Un regime islamico si instaura nell’antica città di Timbuktu, mentre un pastore, Kidane, osserva dall’esterno cosa accade. Un tragico incidente pone la sua pacifica realtà a contatto con la violenza cieca.
Giunto persino nella cinquina dei candidati all’Oscar 2015 per il miglior film straniero, Timbuktu è un dramma lirico e dolente con cui Sissako mostra la jihad nel suo portato di dolore e crudeltà su popolazioni che desiderano vivere in pace, ritornando alla serenità degli anni precedenti a questa recrudescenza integralista.

Il regista mauritano rappresenta il mondo della Jihad rigettando ogni forma di retorica, mostrando nella sua brutale semplicità la povertà intellettuale dell’ideologia oltranzista che porta gli uomini a compiere ogni sorta di nefandezza in nome di una visione meschina, ristretta e oscurantista della vita. Il suo punto di vista è etico e morale. girato in un paesaggio di abbagliante bellezza, con ritmi lenti ma ricchi di un movimento interno che sorprende.

Potrebbe piacerti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Email