The wife – Vivere nell’ombra

Il nostro parere

The wife (2017) SVE di Bjorn Runge

Joan e Joe sono sposati da quarant’anni. Quando l’uomo viene insignito del Premio Nobel per la letteratura, la moglie affronta il peso dei compromessi, dei segreti e dei tradimenti accettati per lungo tempo.

The wife ricorda in qualche modo Big Eyes. Qui, come nell’altro film, la vera artista è la donna mentre l’uomo si appropria della creazione solo per soddisfare il proprio ego, relegando la moglie nell’ombra, dietro i riflettori della propria debordante vanità. La differenza con il film di Burton è che là si  trattava di una storia vera, qua di una finzione perfettamente riuscita.

La narrazione si concentra sulla relazione tra i due coniugi, sullo stato di sudditanza della donna rispetto all’uomo, aiutato in questo da una cultura patriarcale cui molte donne si sottomettono inconsciamente. Joan ribolle sotto la superficie, ma la sua condizione di inferiorità mentale, ancor prima che fisica, le impedisce di ricercare una soluzione in cui possa affermare il suo io. La sua vita è la negazione del proprio talento. Joe la gratifica in pubblico, ma quando è con gli altri tenta di sminuirne il ruolo, relegandola nella figura dell’angelo del focolare che sostiene psicologicamente l’autore che si concentra. Una bugia ignobile perpetuata davanti anche agli amici, ai figli.

Film elegante, ottimamente recitato, ha uno svolgimento abbastanza prevedibile e senza sussulti. La confezione e la direzione degli attori soddisfa dal punto di vista contenutistico, ma si inaridisce nel ritmo e nelle invenzioni cinematografiche. Le emozioni restano vicine alla superficie.

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