The vanishing – Il mistero del faro

Il nostro parere

The vanishing – Il mistero del faro (2018) UK di Kristoffer Nyholm

I tre guardiani del faro di una piccola e sperduta isola della Scozia dopo 6 settimane di servizio scoprono un tesoro, un baule colmo d’oro portato da una burrasca sulla barca di un naufrago fuggiasco, che a prima vista appare morto. L’evento inaspettato sconvolge la vita dei tre guardiani, che accecati dalla cupidigia si macchieranno di orribili crimini, lasciando emergere lati oscuri dell’animo umano quando perde il lume della ragione.

Thriller tutto giocato sull’atmosfera, la suggestione e la natura matrigna che con la sua asprezza incide pesantemente sull’animo umano. Vagamente ispirato ad una storia vera, romanzescamente riletta e ricostruita, The vanishing è un ottimo lavoro di gruppo in cui primeggia la capacità attoriale dei protagonisti di affondare i personaggi nella follia.

L’occasione spinta è il ritrovamento del baule pieno d’oro, occasione che libera la violenza interiore di ognuno dei personaggi che, una volta intravista la possibilità di fuggire dalla loro vita di stenti e fatica, per la cupidigia lasciano libero sfogo ai peggiori istinti, diventando animalescamente boia di se stessi.

Il riferimento cinematografico più facile è Greed di Von Stroheim (1924). Anche lì l’ambiente estremo spinge i protagonisti a gesti folli e distruttivi. Il pericolo, tuttavia, viene da fuori, dai marinai che giungono nell’isola, come a dire che la violenza è ovunque, aspetta solo di uscire da dove faticosamente l’abbiamo repressa.

Ottima la fotografia, buona la direzione degli attori (superbi Mullan, ma non è una novità, e Butler), il film è un thriller raffinato per certi aspetti, un prodotto di genere, nonchè una discreta riflessione sui rapporti umani. Bisogna solo avere la pazienza di attendere e superare l’inizio lento e apparentemente immobile.

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