The great wall (2016) USA/CINA di Zhang Yimou
Zhang Yimou dirige il più grande film della storia del cinema cinese (si tratta della prima produzione in lingua inglese del regista), girato interamente in Cina con una spesa superiore ai 130 milioni di dollari. William e Tovar sono due mercenari europei, in Cina con una missione: recuperare la “polvere nera”, antenata della polvere da sparo, e portarla in Occidente. I due sopravvivono all’assalto di una creatura sconosciuta di colore verde, di cui conservano un arto reciso. Catturati dalle truppe d’élite dell’esercito cinese, finiscono per combattere al loro fianco contro i mostri verdi, denominati Taotie, che ogni 60 anni minacciano il mondo degli uomini. La Grande Muraglia è stata eretta proprio per cercare di fermarli, con ogni mezzo.
Un immenso sforzo produttivo per la Cina per girare un vero kolossal, capace di confrontarsi con Hollywood. A dirigere è stato chiamato il migliore autore cinese degli ultimi venti anni, passato da storie minimali indagatrici dell’animo umano e della società cinese, a opere di cappa e spada, genere più convenzionale, in cui cura l’estetica più che i contenuti. L’inserimento di star americane è servito a dare visibilità ma non ha sortito particolari effetti qualitativi.
L’inserimento fantastico è la parte peggiore della sceneggiatura. I Taotiè sono personaggi della leggenda cinese, non sono stati inventati perciò dal regista ma lo sviluppo è sostanzialmente puerile e banale