Shaolin, la leggenda dei monaci guerrieri.

Il nostro parere

Shaolin, la leggenda dei monaci guerrieri (2011) HK-China di Benny Chan

Nei primi anni venti del Novecento la Repubblica Cinese è sconvolta dalle guerre intestine tra signori feudali. I fratelli e generali Hou e Sung si spartiscono le terre, ma la tensione tra i due cresce a un punto tale che Hou complotta per uccidere Sung. Hou viene sconfitto e trova rifugio presso un monastero buddista dove impara a comprendere la sua malvagità, diventando esso stesso un monaco. Sung però è una belva assetata di sangue e compie massacri orribili. Qualcuno deve fermarlo.

La direzione di Chan è molto efficace nella gestione delle scene di combattimento. Da notare il cameo di Jackie Chan che si ritaglia con efficacia il ruolo di un cuoco coraggioso ed ingenuo che osservando i monaci ha appreso tutti i segreti del kung fu. Scontata la dose inevitabile di retorica di questo tipo di pellicole, soprattutto nelle tirate moraliste che ad un certo punto deve essere infilata per dare un senso etico alle innumerevoli morti che colpiscono monaci e popolazione inerme. La giustizia comunque trionfa sempre. Nella scontatezza, il regista sa apprezzatamente mostrare anche l’estetica: scene belle e, talvolta, poetiche.

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