Schiava del male. Follia d’amore

Il nostro parere

Schiava del male (1944) USA di Jacques Tourneur

Il regista che giocava con le ombre, che ha saputo inventare l’horror senza mostrare neppure per un secondo la violenza, solo grazie alla forza delle immagini: questo era Jacques Tourneur. Anche questo film appartiene alla categoria dei film costruiti sulle suggestioni, sull’ambiguità e lo straniamento.

In questa pellicola d’atmosfera, il dottor Bailey, a seguito di un incontro casuale, viene in contatto con la famiglia Bedereaux. Allida, la moglie, è tormentata da dimenticanze, apparizioni, avvenimenti che la turbano, minando la sua salute mentale. Il marito, Nick, è un uomo possessivo e maniacale che ben presto svelerà un’anima folle e angosciata.

Dopo una prima parte d’attesa che pure prefigura misteri sconcertanti, la seconda è invece più dinamica. Tourneur gira un pregevole film di genere dando alle immagini una grande profondità per via della raffinata fotografia di Tony Gaudio, primo italiano a vincere l’Oscar pur essendo un emigrato, attivo fin dagli anni 10 e scomparso nel 1951. Splendida la bellezza di Hedy Lamarr, ottimo il lavorio di Paul Lukas nel tratteggiare il vilain.

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