Salaam bombay. Un bambino solo

Il nostro parere

Salaam Bombay (1988) INDIA di Mira Nair

Krishna, dieci anni, è stato abbandonato e vive per strada a Bombay cercando di sopravvivere in qualche modo, sfruttato dal mondo degli adulti che vede in lui solo un problema. Il film si sviluppa sui toni del melodramma di impronta neorealista, grazie ad un lavoro di ricerca e documentazione accurato e meticoloso. Mira Nair era una regista agli esordi ma ha subito mostrato grande padronanza del mezzo cinematografico, sulla scorta di maestri con Ray, maestro indiscusso del genere in India. Non ci sono mai cedimenti a Bollywood (quindi nessun numero musicale) né tantomeno al contrasto di colori caldi, tipico di tanto cinema della zona. E’ invece un documento scarno ed essenziale che rifugge da ogni forma di sentimentalismo e retorica. prediligendo i toni asciutti della narrazione.

Il film ha vinto il premio Camera d’Or a Cannes e ha rivelato al mondo una regista di grande sensibilità e attenzione sociale. E’, infatti, chiara la condanna verso il sistema della società indiana, ancora occultamente legata al sistema delle caste, dove i diseredati subiscono una condanna senza appello.

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