Rock the kasbah. La musica può vincere tutto?

Il nostro parere

Rock the kasbah (2015) USA di Barry Levinson

Gli elementi per proporre un ottimo c’erano tutti: uno degli attori più carismatici del panorama mondiale per la sua vena trasgressiva e stralunata (Bill Murray), un regista di grandissima esperienza capace di girare film di livello (Barry Levinson), un cast di comprimari fatto da ex stelle (Bruce Willis e Kate Hudson), un’ambientazione diversa dove proporre il mix (l’Afghanistan). Invece, è uscita una modesta operazione un po’ telefonata e poco convincente nella riflessione sociologica e storica della complessa situazione dell’area geopolitica.

Bill Murray non è servito dalla sceneggiatura che sembra una summa degli stereotipi che il pubblico si è costruito dell’attore. In alcuni casi fa ridere ma la sensazione è sempre quella dello spaesamento. Kate Hudson è davvero nel ruolo e le sue poche scene le domina con grande sensualità e carisma. Gli altri non hanno lo stesso impatto a partire da Zoey Deschanel che scompare dopo pochi minuti senza un perché e non fa più ritorno.

Il messaggio buonista finisce per essere noioso perché tratteggia una società che non esiste con possibilità abbastanza ridicole. Le tribù arcaiche del profondo Afghanistan sono descritte in tono macchiettistico, i cattivi sembrano volutamente Josemite Sam alla riscossa. Un’idea del genere potrebbe funzionare in un film demenziale alla Leslie Nielsen ma non con Murray. Lui ha bisogno di una realtà alienante per apparire al suo meglio giocando di contrasto. In una fiabetta le sue smorfie diventano farsesche. Delusione.

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