Passion

Il nostro parere

Passion (1980) FRA di Jean Luc Godard


Il regista polacco Jerzy sta lavorando a un film sulle opere di grandi pittori del XIX secolo. Durante le riprese, problematiche e spesso interrotte, deve affrontare le difficoltà e gli eventi che lo circondano.


“Passion” è un’opera che sfida le convenzioni cinematografiche tradizionali, rappresentativa del periodo in cui il regista tornò a girare film con budget più elevati, cast più noti e una distribuzione più ampia, pur mantenendo una certa complessità nei contenuti.

Nel film, Godard esplora la sua concezione del cinema come mezzo libero da regole prestabilite. Le immagini sono al centro dell’opera, con una serie di scene splendidamente composte che fungono da metafora della lotta creativa e della passione per il mestiere cinematografico. Il regista ci offre una narrazione frammentata, con sequenze che sembrano quasi scollegate tra loro, in cui il filo conduttore risulta volutamente difficile da seguire.

Questo approccio non lineare e privo di una struttura narrativa tradizionale risulta sfidante per alcuni spettatori, poiché Godard sembra più interessato a esplorare l’estetica e il linguaggio del cinema piuttosto che a raccontare una trama convenzionale. La lunghezza di alcune scene, spesso ripetitive, è faticosa, e il ritmo del film richiede pazienza e una buona dose di interpretazione da parte del pubblico.

“Passion” è un film che invita a leggere tra le righe, a cercare un significato nascosto nelle immagini e a lasciare spazio all’immaginazione. È un’opera per gli amanti del cinema d’autore, che non temono di confrontarsi con una narrazione atipica e complessa. Per coloro che apprezzano questo tipo di esperimenti cinematografici, “Passion” sarà senza dubbio un’esperienza affascinante; per gli altri, potrebbe sembrare una sequenza di scene belle ma scollegate, prive di un vero filo narrativo.

La domanda vera però è capire cosa resta dell’opera di Godard dopo tanti anni, soprattutto di questo percorso di sperimentazione?

 

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