Odio l’estate – Pleonastico

Il nostro parere

Odio l’estate (2020) di Massimo Venier

Le famiglie di Aldo, Giovanni e Giacomo, che non si conoscono e sono molto diverse tra loro, partono per una vacanza in Puglia e si ritrovano, a causa di un disguido, a dover condividere l’abitazione.

Dopo la visione del film verrebbe voglia di derubricare il tutto alla formula “la solita cosa”. Il trio comico non ha mai detto nulla di nuovo rispetto al primo film. Non si sono mai evoluti, non hanno mai scritto storie che potessero reggere l’intero cortometraggio, non hanno trovato soluzioni originali dal canovaccio teatrale e dai programmi televisivi che li hanno lanciati.

Questa fissità è diventata via via il loro tallone d’achille con incassi sempre meno interessanti e con un successo che si va spegnendo abbastanza malinconicamente. Il film è davvero modesto nella prima parte, spesso sconfortante per la ripetizione delle stesse scene. L’autocitazione della partita di pallone doveva far sorridere ma si stenta a credere che non abbiano avvertito la povertà dell’idea.

Un po’ l’opera si riscatta nella seconda parte quando almeno si posiziona nell’ambito di un intrattenimento superficiale e consolatorio che, grazie più alla presenza di quelle che dovrebbero essere le spalle consolatorie ma sono più in parte “le mogli” induce al sorriso e fa concludere la visione con leggerezza.

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