Mr. Right. Sulla falsariga di Besson

Il nostro parere

Mr. Right (2015) USA di Paco Cabezas

Nel suo piccolo Besson ha diversi meriti. Certamente, però, ha anche una colpa: aver inventato un genere hard boiled basato su un ritmo adrenalinico contrappuntato da elementi di commedia rosa, nonché una certa dose di ironia. Già lui ha difficilmente centrato l’obiettivo, proponendoci diversi film squinternati, ma la moda che ha creato ha fatto più male che altro.

Possiamo apprezzare la simpatica bravura di Sam Rockwell e di Anna Kendrick (intelligente l’idea di diversificare i suoi ruoli per assicurarsi una carriera più duratura), dobbiamo rilevare il professionismo di Tim Roth che ha questo sguardo perennemente annoiato che sembra suggerire che cosa gli tocca fare per campare, ma non si può applaudire una sceneggiatura sciroccata, una messa in scena indifendibile, un’opera al limite del demenziale.

Probabilmente, peraltro, è proprio l’effetto che si voleva ricercare considerando il pubblico come un ammasso di ignoranti che vive sulla semplice battuta piuttosto che su qualcosa di complessivo, si accontenta del frammento perché non vede l’insieme. Per altri si poteva fare meglio. Di conseguenza è una grande delusione.

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