Montagne russe – Sognare l’amore

Il nostro parere

Montagne russe (1932) USA di Henry King

La famiglia Frake partecipa alla fiera dello stato dell’Iowa. Abel partecipa ad un concorso con il suo cinghiale, Blue Boy, mentre Melissa partecipa alla gara di cucina. I loro figli, Margy e Wayne, trovano l’amore con il giornalista Pat Gilbert e la trapezista Emily Joyce. Ma tutti torneranno a casa sani e salvi o si spezzeranno i cuori?

Henry King è uno dei più longevi filmaker di Hollywood, capace di creare un meccanismo narrativo perfetto in cui i personaggi vengono definiti come fossero tratti di penna, talmente è elevata la precisione nel disvelamento dei caratteri.

King propone un ideale di vita bucolico nella realtà rurale dei personaggi che incarnano lo spirito della nazione, contrapposto alla corruzione della città. Non a caso Pat, il giornalista, troverà la felicità abbandonando tutto ciò mentre la trapezista, Emily, si lascerà alle spalle il sogno di una famiglia perchè ormai incapace di credere nella redenzione.

Siamo nell’America post ’29, in cui Steinbeck e Faulkner raccontavano cose ben diverse (Furore di Ford è del 1940). Ma la speranza di una resurrezione doveva essere espressa attraverso un ritratto certamente falso e necessariamente ottimista. La fiera, però, è una parentesi e le scelte che si compiono, incidono sulle future esistenze.

Non spinga all’errore la semplicità della trama perchè King sa evadere dalla banalità, cogliendo dettagli straordinari, innestando felici annotazioni che fanno la differenza. Le sottili metafore, bagliori nell’intreccio, sono distinte senza moralismi (non c’era ancora il codice Hays), lasciando spazio anche alla tensione erotica.

 

 

 

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