Lo strangolatore di Boston – Donne unite

Il nostro parere

Lo strangolatore di Boston (2023) USA di Matt Ruskin


“Lo strangolatore di Boston” del pluripremiato sceneggiatore e regista Matt Ruskin, è un thriller true-crime sulle pionieristiche reporter che per prime hanno raccontato la storia degli omicidi del famigerato strangolatore di Boston negli anni ’60.


Lo sceneggiatore/regista Ruskin affronta questa storia con lo stile canonico del lavoro giornalistico, più volte visto in tanti film (Tutti gli uomini del presidente, Il caso Spotlight ecc. ecc.). In particolare ricorda abbastanza Zodiac, tranne per il taglio fortemente femminile dato all’opera.

Il cotè femminista è senza dubbio uno degli aspetti riusciti dell’opera che trasmette un vago senso di inquietudine sia per il pericolo oggettivo del maniaco che, soprattutto, per la perversa mentalità maschilista che tende a sminuire in ogni dove il ruolo della donna.

Ruskin restringe il periodo degli omicidi concentrando molto gli eventi e puntando sull’inchiesta e sul ruolo dei media condita dal periodo di rivendicazioni femministe, anche se dimentica il contesto familiare, i rapporti personali se non nell’amicizia tra la protagonista Loretta e la sua collega Jean, coalizzate per conquistarsi uno spazio in un mondo maschile e grigio.

Lo stile del film è secco e asciutto anche se dal punto di vista emotivo appare distante. Ruskin riesce a rendere omaggio al duro lavoro di Loretta McLaughlin e Jean Cole, ma gli manca l’afflato epico per descrivere un’epoca attraverso un evento.

 

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