L’intrusa – L’impossibilità

Il nostro parere

L’intrusa (2017) ITA di Leonardo Di Costanzo

Alla periferia di Napoli, Giovanna gestisce un centro di accoglienza con passione, creando intorno a sé una comunità solidale. Un giorno, arriva un’intrusa: Maria, la moglie di un camorrista che per motivi misteriosi ha bisogno di nascondersi.

Ogni tanto accade di trovare un film ispirato, nonostante la durezza dei contenuti e il poco spazio alla speranza. Di Costanzo aveva già girato l’ottimo L’intervallo nel 2012, riuscendo anche là a creare un piccolo dramma da camera, una riflessione sull’esistenza ambientato nella Napoli periferica dove domina la povertà, l’ignoranza, l’emarginazione sociale e culturale in cui prevale la Camorra.

La bravissima protagonista sa reggere tutto il dramma interiore dell’operatrice che comprende come sia essenziale salvare la piccola Rita dal reticolo di complicità che la malavita crea, da quel circuito di omertà e rassegnazione che pervade le donne della camorra. Giovanna sa che Rita può essere tolta da quel mondo, percepisce la flebile e orgogliosa richiesta di aiuto che Maria le invia, ma non riesce a dare la risposta necessaria perchè la realtà è complessa e cattiva, perchè tutti hanno valide motivazioni e giuste preoccupazioni, perchè lo sforzo per arrivare alla giustizia è difficilissimo e prolungato. Richiede una forza interiore che il mondo non ti concede. Merito al regista che ha saputo descrivere i movimenti interiori con grazia e precisione.

Martina Abbate è intensa e toccante, un piccolo talento della recitazione, spontanea e feroce nella sua solitudine. Tra gli attori il futuro Dogman, Marcello Fonte.

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