L’incredibile storia dell’isola delle rose – Libertà

Il nostro parere

L’incredibile storia dell’isola delle rose (2020) ITA di Sidney Sibilia

Un ingegnere idealista costruisce la propria isola al largo delle coste italiane e la dichiara nazione, attirando l’attenzione del mondo. Quando il governo italiano dichiara nemico il nuovo stato, per l’uomo cominciano i guai.

Groenlandia è una casa di produzione coraggiosa in cui Sibilia e Rovere affrontano il cinema con un piglio molto simile al cinema americano. Hanno coraggio e visione, prendono spunto anche da altre opere (Smetto quando voglio prende a piene mani da Breaking Bad), passeggiano tra i generi con una certa originalità, ricercando storie non banali, non solite che sappiano prescindere dal comico di turno o dalla comicità televisiva.

Questo è, appunto, l’isola delle Rose che è una commedia di costume briosa e diversa con una serie di scene efficaci grazie alla capacità di mostrare caratteri comici. Tuttavia il film è un po’ superficiale nella rappresentazione dell’epoca. I politici sono pure macchiette mentre il sessantotto è ridotto a puro folclore.

Non si può però negare come questo tipo di cinema sia una rottura nei consolidati schemi della commedia italiana. Per quanto debole in alcune parti, Sibilia punta sulla storia piuttosto che sul comico di turno. La scelta di Germano, abile nei toni del vitellone, si è mostrata felice per il suo stile scanzonato nel rapportarsi al personaggio Rosa. Peccato aver scelto troppe volte la strada più semplice, peccato aver lasciato cadere tanti spunti.

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