L’eccezione alla regola. Eccentrici miliardari

Il nostro parere

L’eccezione alla regola (2016) USA di Warren Beatty

Beatty è stato un grandissimo di Hollywood, prima come attore di indubbio fascino poi anche come regista, apprezzato per il gusto e per i ritratti originali e stilisticamente preziosi che ha fatto di personaggi particolari. Al centro di questo l’ennesimo protagonista dell’America del passato, Howard Hughes.

La vita del miliardario, già portata sugli schermi da Scorsese con The Aviator, è vista attraverso le schermaglie di una storia d’amore tra due provincialotti bigotti che, arrivati ingenui ad Hollywood, dovranno abbandonare i loro sogni dopo aver provato a seguire le follie di Hughes. Questa scelta si rivela sostanzialmente disastrosa perchè svilisce lo spunto ad una storia mediocre, confinando il personaggio in momenti surreali e sardonici che poco interessano.

Il fascino di Hughes diventa macchietta e a poco vale il gioco di rispecchiamenti che Beatty mette in campo tra lui ed il miliardario (l’idiosincrasia verso la stampa, i media, il desiderio di non apparire), nonchè con la situazione politica attuale e il parallelismo con Trump. Non manca, infatti, la riflessione sulla politica e sulle possibilità del capitale di influenzare le decisioni di uno stato ben al di là di quanto sarebbe lecito attendere.

Il linguaggio con cui tutto ciò viene narrato è sfarinato e disordinato. Le idee messe in campo sono sprecate in una serie di scenette poco interessanti e lo Hughes, interpretato dallo stesso regista, un bozzetto anche fastidioso.

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