La voce nella tempesta

Il nostro parere

La voce nella tempesta (1939) di William Wyler

Versione di Cime tempestose della Bronté abbastanza anonima e spenta. Penalizzato fortemente dall’ultimo doppiaggio italiano, il film è abbastanza debole per le variazioni imposte da Goldwyn al regista. L’amore maledetto tra Heathcliff e Cathy diventa un polpettone con alcuni momenti, però, molto interessanti.

L’inizio con la visione del fantasma da parte del viandante smarrito, che da il via al flashback che narra la vicenda, è di ottimo livello grazie anche alla fotografia ispirata di Gregg Toland, premio Oscar per quest’opera. I caratteristi interpreti dei ruoli secondari sono il vero motore del successo del film perché garantiscono qualità, più che Olivier chiuso da un ruolo impostato in modo unidimensionale e limitativo. Meglio, molto meglio Donald Crisp, Geraldine Fitzgerald e Leo Carroll, attori del tempo d’oro di Hollywood, ora ingiustamente dimenticati.

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2 Responses

  1. Antonella Allenza scrive:

    Non sono d’accordo. Preferisco mille volte di più il ridoppiaggio del 1974

     
  2. Ifellini scrive:

    Meglio ancora la versione in lingua originale. Grazie comunque per il contributo

     

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