La vita in un attimo – Incroci

Il nostro parere

La vita in un attimo (2018) USA di Dan Fogelman

Will, abbandonato dalla moglie, ricostruisce la sua storia in una seduta di psicanalisi. O forse no. Forse nel suo passato c’è evento così traumatico da non poter essere raccontato. 20 anni dopo, il frutto dell’amore fra Will e Abby, Dylan incontra per la strada il coetaneo Rodrigo, figlio di una coppia di lavoratori dell’Andalusia che anni prima era già stato in quello stesso luogo per una vacanza.

L’inizio metafilmico con l’ironia dimostrata dalla voice off di Samuel Jackson vorrebbe dirci che siamo di fronte ad un film che gioca sui piani temporali, divertendosi a mescolare le vite dei personaggi in una serie di incroci che dimostreranno l’impossibilità dell’oggettività della narrazione. Non è possibile, infatti, per il narratore essere attendibile perchè tenderà a dimenticare le proprie debolezze.

L’inizio promettente del regista di This is us scivola duramente nella seconda parte delineando un percorso parallelo tra due famiglie a distanza di centinaia di Km. Se il gioco di contrapposizione tra la seduta psicanalitica e la narrazione dell’amore fatta da Will mantiene l’equilibrio tra dramma e commedia, la seconda parte ambientata in Spagna è un lavoro superficiale e grottesco dove non vi è traccia di equilibrio.

Il piede pesante schiacciato sull’acceleratore del melò e l’occhio concentrato per far combaciare i pezzi di questo modesto puzzle, Fogelman arriva al finale con prevedibile noncuranza, chiudendo i conti con i personaggi ma non con la credibilità.

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