La promessa – Il prezzo del potere

Il nostro parere

La promessa – Il prezzo del potere (2021) FRA di Thomas Kruithof

Clémence, sindaco di una cittadina vicino Parigi, sta completando l’ultimo periodo del suo mandato, dopo aver combattuto a lungo per una comunità afflitta da disuguaglianze. Tuttavia presto la sua ambizione prende il sopravvento.

Immergendosi, in stile narrativo non privo di realismo), nel piccolo mondo dell’agire politico in quanto legato agli interessi economici di una cittadina un po’ disagiata della periferia parigina, La promessa di Thomas Kruithof segue l’attuale tendenza del cinema francese di affrontare temi legati alla governance pubblica e al suo rapporto con i cittadini. È una tendenza che cerca di spiegare l’erosione della fiducia nella politica, con i problemi endemici delle periferie ghettizzate e impoverite delle grandi metropoli e dei mezzi per rimediare a tali problemi, e che si trova nel complesso incrocio tra volontà pubblica, volontà individuale e la fame di potere.

Kruithof affronta i diversi livelli dell’apparato decisionale (governo, municipio, partiti politici e popolo) e le diverse atmosfere, puntando sempre a un certo senso di urgenza. La promessa è un film complessivamente avvincente. L’opera, tuttavia, presenta una relativa mancanza di profondità nell’esplorazione dei personaggi. Isabelle Huppert ha carisma e si sa, ma è Reda Kateb il più interessante. È un piccolo inconveniente che nulla toglie alla pertinenza di un film che seziona con intelligenza la realtà quotidiana dell’azione politica (divisa tra potere e libertà) e le questioni in gioco per tutti.

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