La figlia del corsaro verde

Il nostro parere

La figlia del corsaro verde (1941) ITA di  Enrico Guazzoni

Dopo l’assassinio del Corsaro Verde, Manuela, sua figlia, salva la vita ad un giovane di alto lignaggio, infiltrato tra i pirati, e con lui sbaraglia i banditi. Avventurosa vicenda tratta dai romanzi di Emilio Salgari.

Il cinema italiano durante il fascismo puntava molto sull’intrattenimento e la riscoperta dei classici di Salgari aiutava nella propaganda affiancando ai contenuti avventurosi un sottotesto critico nei confronti degli allora nemici. Questo classico piratesco lavora molto sui luoghi comuni dell’esotismo trasferendo l’opera letteraria in modo tremendamente semplicistico.

Non si può, infatti, non sorridere di diversi passaggi e di molte frasi che appartengono ad un lessico basilare del cinema italiano, tant’ è che le battute si ripetono di film in film.

Il cattivo Zampa di Ferro sembra appartenere più alla Banda Bassotti che ai Caraibi ma bisogna apprezzare la nitida fotografia che ci restituisce un bianco e nero molto illuminato e “pulito”.  Guazzoni è un professionista serio e sa reggere discretamente il ritmo. Gli attori sono così così anche se è da apprezzare Polidor nella sua caratterizzazione. Anche Giachetti è poco espressivo per via di una sceneggiatura schematica e povera di profondità nel definire i personaggi.

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