La belva dell’autostrada. Vietato dare passaggi

Il nostro parere

La belva dell’autostrada (1953) USA di Ida Lupino

Due amici, in vacanza per pescare, raccolgono un’autostoppista che si rivela essere un galeotto in fuga, psicopatico e serial killer. L’assassino usa i due uomini per raggiungere il punto dove attraversare la frontiera, in modo da scappare in Messico. Sarà la polizia, invece, a spuntarla, salvando gli ostaggi.

Ida Lupino è uno dei rari casi di regista donna nel panorama hollywoodiano degli studios. Ha sempre denotato originalità, ritmo e stile. La vicenda è molto interessante perché analizza l’aspetto psicologico di individui che cercano una speranza nonostante tutto vada nel senso contrario.

La sceneggiatura presenta vuoti (perché uccidere tutti gli automobilisti tranne gli ultimi 2, più pericolosi degli altri?) ma è la fotografia a primeggiare. Bellissimi i passaggi dall’oscurità alla luce che si rivelano come momenti catartici ed espressionistici. In modo particolare sono da segnalare la scena in cui si rivela il volto dell’assassino e la camminata finale sul molo.

 

 

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