Joy. Scalata al successo

Il nostro parere

Joy (2015) USA di David O. Russell

A David Russell piace lavorare sempre con lo stesso cast, con poche variazioni nei personaggi. Tre sono ormai le costanti delle ultime pellicole, ovvero i due protagonisti (immancabilmente) Jennifer Lawrence e Bradley Cooper con Robert De Niro di contorno. Detto che De Niro deve al regista americano gli ultimi film decenti che ha fatto, gli altri due sono nel momento pieno del successo ma non dimenticano che Russell li ha condotti entrambi nel gotha degli Oscar (anche se solo la Lawrence ne ha beneficiato realmente), partecipando con entusiasmo a tutte le sue opere anche se in ruoli apparentemente secondari.

Joy è il nome di una donna divorziata che deve mantenere due figli, l’ex marito spiantato, una madre psicotica persa nella televisione, un padre incostante e donnaiolo. L’unica persona che la aiuta è la nonna, la sua sponda per i giorni difficili. Joy è presa dai mille impegni e ha dimenticato la sua natura inventiva, il coraggio che aveva contraddistinto l’adolescenza quando desiderava costruire qualcosa di suo. Un caso fortuito ravviva il suo vero animo. Joy inventa il mocio, impegna ogni suo avere e si getta in un’avventura imprenditoriale che la porterà in televisione, nonché a combattere contro fabbricanti disonesti e i familiari invidiosi del suo successo. La storia si ispira alla vita di Joy Mangano. In effetti, la Mangano ha inventato il mocio ma molte cose raccontate nel film sono frutto della fantasia del regista.

Nonostante sia stato meno premiato delle opere precedenti, Joy è un film ben costruito e strutturato. Il caos disfunzionale della famiglia di Joy (un topos del regista) è reso con leggerezza grazie all’orchestrazione degli attori. Altro tema di Russell è il successo degli outsider, di coloro che interpretano l’esistenza restando in bilico, sfuggendo alle categorizzazioni per essere se stessi. La felicità non è uno stato facilmente raggiungibile ma il frutto di incredibili equilibrismi. Nel finale c’è un certo cedimento alla convenzionalità.

David O Russell è indicato da molta critica americana come un grande regista. A noi paiono eccessivi certe patenti di genialità che non appartengono all’autore che ha ascendenze italiane (i nonni materni erano lucani). Joy non appare, infatti, molto dissimile dai suoi successi principali (American Hustle e Il lato positivo) eppure non ha avuto lo stesso successo. Questo fa riflettere sui fenomeni di moda nel mondo di Hollywood al di là dell’effettiva qualità dei prodotti, pur essendo Russell un buonissimo regista. Ai posteri…..

 

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