Il vizio della speranza (2018) ITA di Edoardo De Angelis
Edoardo De Angelis sceglie ancora un personaggio ai limiti dell’esistenza, perso nel degrado di un’umanità disgraziata. Il titolo deriva da una frase di Giorgio Scerbanenco e richiama il senso dell’inatteso, della parabola che viene narrata nel film. A questo punto i richiami religiosi, la spirituale discesa agli inferi della protagonista Maria si trasforma in una via crucis mariana dove i personaggi femminili assumono i nomi tipici quali Fatima, Virgin.
Icona mariana grazie alla sua maternità misteriosa, la narrazione si sviluppa nel chiaroscuro di ambienti sovraccarichi di disperazione. Non esiste lo stato e vige una matriarchia rigida e spietata, essendo gli uomini relegati ai margini e lo stato completamente inesistente.
L’impianto simbolico del film non riesce a mantenersi in equilibrio tra il mistero della nascita e la natura ambigua dell’esistenza, diventando talvolta ridondante e retorico, in altre circostanze noioso. Brave però le attrici.