Il venditore di medicine. Denuncia senza mordente

Il nostro parere

Il venditore di medicine (2013) ITA di Antonio Morabito

 

Bruno (intepretato da Claudio Santamaria) è un informatore farmaceutico timoroso di perdere il lavoro. Angosciato dai ritmi imposti dall’azienda che chiede sempre di più e minaccia licenziamenti, si dibatte in mezzo a mille timori compiendo sempre la scelta peggiore. Dopo il suicidio di un collega, perde il controllo per la paura. Alla compagna, desiderosa di un figlio, somministra di nascosto l’anticoncezionale, sul lavoro utilizza ogni mezzo anche illegale per aumentare il fatturato. Inevitabilmente la vita gli presenta il conto.

Il regista Morabito è un documentarista di buon livello e ha puntato su una storia di cosiddetto impegno civile, mettendo l’industria farmaceutica sul banco degli imputati. Malgrado le ottime intenzioni, il film si incaglia quasi subito, perdendo rapidamente di interesse perché manca tensione e omogeneità nella storia. Gli interpreti si impegnano molto ma il quadro complessivo risulta debole, soprattutto nella costruzione stereotipata dei caratteri. La denuncia si perde nella convenzionalità e risulta poco efficace.

Marco Travaglio recita nel ruolo di un barone della medicina apparentemente incorruttibile: un vezzo autoironico per non mettersi al di sopra degli altri oppure una forma di pubblicità per rafforzare il proprio ruolo di censore?

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