il sorpasso – Smargiassi

Il nostro parere

Il sorpasso (1963) ITA di Dino Risi

Il giorno di Ferragosto uno studente universitario timido incontra casualmente un quarantenne immaturo, trascorrendo con lui la giornata in auto. Le ore passano veloci in un susseguirsi di episodi tragicomici, fino all’epilogo inatteso e drammatico.

Con Risi la commmedia all’italiana diventa espressione del disagio e del malessere di una nazione, trasformando i drammi quotidiani con battute e gag attraverso personaggi grotteschi e “mostruosi” in quanto non hanno coscienza di essere tali. In profondità di capisce come il suo pensiero definisca il consumismo indotto dal miracolo economico come elemento di corruzione della vita.

Ecco perchè, a suo modo, film come Il sorpasso sono restati nell’immaginario collettivo, mantenendo a distanza di tanti anni una modernità nello sguardo e nella narrazione che molti altri film hanno perso con il tempo.

L’importanza di Risi si avverte in questo stile scanzonato capace di andare maggiormente in profondità proprio perchè è assente ogni tipo di pedagogia imposta, una programmatica visione ideologica. Il personaggio di Bruno diventa così simbolo della modestia dell’Italia di quegli anni, improvvisamente arricchita ma senza un percorso di maturità accettabile, senza un processo di autocritica per il ventennio fascista cui si è assoggettata senza grandi preoccupazioni e per l’assalto famelico al potere del dopoguerra. Anche Roberto, che cerca di intraprendere questa strada, viene attratto in modo irresistibile dall’incoscienza. Come fargliene una colpa?

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