Il materiale emotivo – Sipario

Il nostro parere

Il materiale emotivo (2021) ITA/FRA di Sergio Castellitto

Vincenzo vive a Parigi e gestisce una libreria. A seguito di un incidente, sua figlia Albertine decide di adottare il mutismo selettivo. Quando Vincenzo incontra Yolande, l’uomo deve confrontarsi con il “materiale emotivo” tenuto nascosto.

Settimo lungometraggio per Sergio Castellitto che porta sullo schermo un soggetto di Ettore Scola, Un drago a forma di nuvola assieme alla figlia Silvia e a Furio Scarpell che è stata alla base della sceneggiatura scritta  da Margaret Mazzantini.

L’ispirazione di carattere teatrale è evidente fin dalle prime immagini con il sipario che si apre sulla piazza dove sono ricostruiti gli ambienti essenziali alla messinscena a partire dalla libreria che richiama metaforicamente il potere della parola, scritta e recitata. Ecco un ricco florilegio di citazioni letterarie (Calvino, Vian, Dostoevskij, Yourcenar).

Attorno al libraio Vincenzo ci sono agli antipodi la figlia semiparalizzata che attua un mutismo selettivo e la vulcanica attrice Yolande che non smette mai di muoversi e parlare in un turbinio di emozioni che rompono la routine dell’uomo, ormai richiuso in se stesso e nei suoi libri.

Il film si sposta tra i due estremi con grazia ma non esce dal reticolo delle citazioni per diventare realmente emozione, si resta distanti dai mutamenti emotivi dei personaggi che restano sacrificati e sullo sfondo.

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