Il bambino nascosto – Famiglia

Il nostro parere

Il bambino nascosto (2021) ITA di Roberto Andò

Gabriele Santoro vive in un quartiere popolare di Napoli ed insegna pianoforte. Una mattina, un bambino di 10 anni, che abita nel suo stesso palazzo, si introduce in casa sua, e il maestro accetta di aiutarlo a nascondersi dalla famiglia.

Andò trae dal suo romanzo omonimo un dramma ispirato alla strage dei picciriddi del 1976, rendendolo asciutto e antiretorico. Al centro, più che la trama, vi è il talento attoriale di Orlando che regge su di sè l’intera opera cercando di rimediare ad alcune debolezze della sceneggiatura che si dipana in modo abbastanza prevedibile.

La famiglia è il tema fondamentale. La famiglia negata, tradita, venduta e rinnegata è il nucleo fondamentale di ogni fallimento, di ogni orrore. Andò vi si aggira con carrelli, dolly, movimenti di macchina che accompagnano la musica che fa da contrappunto all’apparente normalità del male, ispirato dalla fotografia di Calvesi.

Il finale, aperto, allude alla possibilità di un riscatto possibile solo se si abbandona Napoli, dove domina indisturbata la criminalità che corrompe gli animi, anche dei musicisti.

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