I 10 film italiani campioni d’incasso del 1973

Il testo di riferimento è sempre PLATEA IN PIEDI 1969-1978 di Maurizio Baroni cui si deve questo importante lavoro d’archivio per restituirci gli incassi del secondo dopoguerra. Ai piedi della top ten significative produzioni come Polvere di Stelle (Sordi), Tony Arzenta (Tessari), La grande abbuffata (Ferreri). Il genere di maggior successo è il poliziesco all’italiana che rispecchia la difficilissima situazione dell’ordine pubblico nella nostra nazione. Da segnalare il risultato non particolarmente positivo del film Ludwig (Visconti) solo dopo il ventesimo posto. Altri titoli? Rugantino, Film d’amore e d’anarchia, Le cinque giornate, Lucky Luciano, Il delitto Matteotti, Giordano Bruno, Vogliamo i colonnelli.

Lo spaghetti western batte gli ultimi colpi, mentre sale la febbre pruriginosa dei soft porno, con ambientazione falso monacale. Il comune senso del pudore viene mortificato dal capoclassifica dell’anno. Le altre riflessioni mentre sfogliamo la classifica.

10. L’emigrante di Pasquale Festa Campanile. Commedia influenzata dal pessimo dialetto di Celentano, dalle sue mossette e dal suo personaggio. Nulla di male, si intende, ma poca roba nel complesso.

9. Zanna Bianca di Lucio Fulci. Il romanzo di London con un’originale Virna Lisi. Gli sceneggiatori hanno partorito un mezzo-western per un pubblico di bambini, principale obiettivo di mercato. Il cane che fa Fang è il migliore degli attori. Fulci, come al solito, è un grande professionista, qua sostenuto da ricchi mezzi tecnici.

8. Pane e cioccolata di Franco Brusati. Film sull’emigrazione che cerca di mantenersi dei canali dell’autorialità, senza dimenticare di strizzare l’occhio al pubblico. Ne esce un film ingenuamente poetico con alcuni momenti molto azzeccati. Nino Manfredi molto bravo.

7. Piedone lo sbirro di Steno. Bud Spencer può avere successo anche da solo e lo dimostra con una commedia giallo in cui impersona per la prima volta il commissario Rizzo. Botte da orbi, ma anche la professionalità di Steno che si diverte, tratteggiando anche caratteri e storie.

6. Paolo il caldo di Marco Vicario. Ispirato al romanzo di Brancati, il film ci mostra un Giannini in spolvero (ma non bisogna dimenticare la bella prova di Riccardo Cucciolla). Per Moravia fu “un tentativo non del tutto riuscito di trattare seriamente, anzi tragicamente, il tema del cosiddetto “gallismo” che nei primi due romanzi di Brancati, Don Giovanni in Sicilia e Il bell’Antonio, era stato felicemente rappresentato in chiave comica.” Il film cede talvolta alla pruderie del periodo, ma riesce anche ad essere appassionante grazie agli attori.

5.  Amarcord di Federico Fellini. Capolavoro di Fellini che ci vinse pure il quarto Oscar. I premi sono così tanti che è difficile farne la lista (David, Nastri d’argento ecc.). Le sue scene sono entrate nella leggenda del cinema, alcune nell’immaginario collettivo (pur all’insaputa dei più).

4. Anche gli angeli mangiano fagioli di Enzo Barboni. Bud Spencer lavora stavolta in coppia con Giuliano Gemma, abbandonando l’amato compagno Hill. Gemma gigioneggia un po’ troppo in questa ricostruzione di costume che negli anni settanta andava per la maggiore (Charleston, Er più  tra i diversi titoli). Successo enorme tra i più piccoli.

3. Il mio nome è nessuno di Tonino Valerii. Anche Hill trionfa da solo, ma con un comprimario di primissima grandezza: Henry Fonda. Il regista è Valerii, ma il marchio resta di proprietà di Sergio Leone, grande costruttore di miti western e di una parte del cinema italiano di quegli anni. Musica, sceneggiatura, ambientazione e vicenda sono originali e riuscitissimi anche se il versante commedia è talvolta troppo debordante.

2. Sessomatto di Dino Risi. Riflessione sul sesso in un’Italia ancora puritana e falsamente libera dalla repressione sessuale? Solo Dino Risi poteva farlo con un tocco di perfidia e di veleno. Compie il misfatto utilizzando la donna delle fantasie erotiche degli italiani nel periodo, ovvero Laura Antonelli. Lo fa spingendo al massimo le capacità mimetiche di Giancarlo Giannini. Massacra gli italiani, ma loro corrono al cinema: ignari.

1. Malizia di Salvatore Samperi. Infatti, il soft porno raggiunge il suo apice con una balle Samperata. Laura Antonelli è al culmine della sua bellezza erotica, determinata dal misto di ingenuità e prorompente sensualità che promanava. Al suo fianco attori di spessore ma anche giovani di belle speranze, come Alessandro Momo, scomparso poco dopo a soli 18 anni. Il pubblico corre eccitato, lanciando un nuovo genere che ben presto sprofonderà nell’hard.

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