High rise. Confusione sociale

Il nostro parere

High rise (2015) UK di Ben Wheatley

1975, un brillante medico, Robert, si trasferisce in un moderno condominio strutturato in modo assai strano, autosufficiente ma rispettoso rigidamente dei ceti sociali. Nella struttura, Robert conosce poco alla volta tutti, compreso l’enigmatico architetto che vive nell’attico con una moglie stravagante. A causa di problemi tecnici, l’edificio comincia a distruggersi e gli inquilini si trasformano in selvaggi, divisi in tribù sempre più ostili e violente tra loro, in un processo di dissolvimento cupo e sconfinato.

Sembra un film fuori tempo. Il romanzo di Ballard, scrittore maledetto e anticonformista, destrutturava il processo sociale utilizzando il linguaggio dell’epoca: il marxismo, la rivoluzione, le tematiche antiborghesi, il materialismo, l’ideologia. Ora tutte queste cose appaiono fuori contesto e la regia di Wheatley si lascia trasportare dal flusso della narrazione restituendo confusione, non il senso della sovversione che Ballard si proponeva.

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