Grandma. Donne fuori dalle regole

Il nostro parere

Grandma (2015) USA di Paul Weitz

Il cinema ha una lunga lista di outsider, di lucky loser protagonisti di piccole pellicole, opere colme di grazia, capaci di risvegliare una giornata, indurci ad un sorriso pieno di ironia, ad un senso di accettazione della vita. La poetessa Elle (Lily Tomlyn straordinaria) è una di loro, una donna che ha combattuto tutta la vita contro il mondo, soffrendo indicibilmente ma mantenendo il sorriso. Ha scelto di essere poetessa (una professione tutt’altro che redditizia), ha avuto una compagna per tutta la vita, avendo una figlia con l’inseminazione artificiale, ha creato una famiglia disfunzionale che gestisce con difficoltà, ha perso il suo amore (Violet è appena scomparsa per un tumore dopo 38 anni di convivenza), condendo il tutto con un carattere asperrimo, pieno di tante dolcezze e di tante spigolosità che rendono difficile relazionarsi con lei. Ora sente di essere troppo vecchia per l’amore con la giovane Olivia che lascia, in più le si presenta la nipote che è rimasta incinta. Bisogna trovare 650 dollari per l’aborto, ma Elle non ha i soldi e non vuole chiederli alla figlia, manager affermato, per i rapporti burrascosi con lei. Comincia così, insieme alla nipote, un viaggio alla ricerca dei fondi, viaggio che la riporterà in contatto con il suo passato e che le permetterà di mettere un punto sulla sua vita.

Il film è un piccolo gioiello di intelligenza, sensibilità e humour. Scritto e diretto da Paul Weitz, l’opera affronta temi quali l’aborto, l’amore lesbico, la famiglia aperta, i rapporti uomo-donna, i rapporti generazionali con un’ottica assolutamente aperta, sfidando il politicamente corretto. Il quadro finale è una nazione disorientata dove i giovani sono narcisisti e disperati, i bambini sono violenti e condizionati, gli uomini egoisti e vendicativi e dove una donna anziana è sola, senza aiuto, neppure di taxisti che imbrogliano per pochi dollari. Un mondo infelice in cui Elle brilla. E noi con lei.

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