Gone baby gone. La scelta di Patrick

Il nostro parere

Gone baby gone (2007) USA di Ben Affleck

Una bambina di quattro anni è stata rapita nel quartiere di Dorchester, uno dei più rinomati per tasso di criminalità di Boston. I detective privati Patrick Kenzie e Angela Gennaro inizialmente rifiutano di occuparsi del caso, ma l’insistenza della zia della bimba fa loro cambiare idea. Le ricerche li condurrano a rischiare tutto, compresa la vita.

Un bel noir, tratto dal romanzo di Dennis Lehane, con un cast sterminato, attori in parte e atmosfere sconfortanti che forniscono il senso della disperazione. Affleck si presenta come regista che sa valorizzare gli interpreti a partire dal fratello giunto all’Oscar grazie a Manchester by the sea. Il film affronta con intelligenza temi etici interessanti cercando di trovare, senza riuscirci ovviamente, una linea di demarcazione tra quanto è giusto e quanto non lo è. A parole tutto appare chiaro, evidente, ma la realtà ti costringe a prendere una decisione che comporta, sempre, aspetti positivi ed altri negativi. Come fare allora a capire cosa si deve fare?

La prima parte, tesa e cupa, è senza dubbio la più interessante per il sottomondo che emerge grazie alle indagini di Patrick e Angela, alla descrizione delle periferie, al crudo realismo che lascia poche speranze sulla salvezza della bambina. La seconda cala parzialmente per via dello scioglimento dell’intreccio che concede qualcosa allo spettatore in termini di significato per perdere in tensione.

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