Girl (2018) BEL di Lukas Dhont
Lara, una quindicenne nata nel corpo di un ragazzo, sogna di diventare una stella della danza classica. Con il sostegno del padre, la giovane si lancia in un percorso in cui disciplina e forza di volontà sono fondamentali.
Una vicenda particolare che prende spunto dalla cronaca, un giovanissimo e precoce talento cinematografico ed una straordinaria prova attoriale: sono gli elementi che fanno di questo film un piccolo gioiello di equilibrio e sensibilità.
La storia, come detto, è ispirata ad un fatto vero. Il ventisettenne Dhont ha ottenuto il permesso di utilizzarlo per il suo esordio nel lungometraggio. Tuttavia, per passare alla pratica serviva un attore che potesse realmente essere Lara, non solo interpretarla. La complessità del ruolo richiedeva non solo doti attoriali ma anche una bravura nella danza evidente. L’incontro con il sedicenne Victor Polster ha consentito la realizzazione del sogno.
Senza mezzi particolari ma sapendo dosare il “pedinamento” della vita della protagonista alle riprese dei numeri di danza, Dhont ha creato un’opera complessa e stratificata che ha potuto cogliere in profondità i sentimenti grazie al volto sofferente di Lara. Lei sente di non essere in sintonia con il proprio corpo che mortifica in un’esasperante ricerca della perfezione nel gesto del ballo. Da qui la necessità del cambio di sesso così disperatamente desiderato e agognato per poter intraprendere una vita completa.
La forza della pellicola sta nel saper ricreare la miriade di piccoli gesti che umiliano Lara, rendendole impossibile l’accettazione di se stessa. Non avviene mai nulla di effettivamente eclatante contro di lei ma c’è la costante necessità di ricordarle ciò che è, la sua diversità. In tutto questo il volto di Victor possiede una forza di penetrazione straordinaria, interiorizza con sempre maggiore difficoltà le difficoltà della vita fino a decidere di sfidarla.
