Florence. L’amore per la musica

Il nostro parere

Florence (2016) UK di Stephen Frears

La storia vera dell’ereditiera newyorkese Florence Foster Jenkins che sogna di diventare una cantante lirica, nonostante le limitatissime doti canore, anche perché tutti lo lodano per compassione o adulazione. Il suo sogno diventerà realtà grazie al pianista Cosmé McMoon e all’attore teatrale St. Clair Bayfield,  marito non proprio fedele e manager, che riuscirà ad organizzare un concerto per lei alla Carnegie Hall.

Frears sceglie un nuovo personaggio eccentrico, straordinario per raccontare la sua nazione. Florence è un esempio di donna ammirevole. Mente a se stessa in modo puerile, è vero, ma le radici del suo dolore profondo ci fanno comprendere la sua psicologica. A 18 anni si era scontrata con l’infelicità dopo che il marito, uomo spregevole e donnaiolo, la contagia con la sifilide che la tormenta per tutta la vita. Il marito la tradisce, la usa, ma la protegge anche dalla verità  che lei non desidera vedere perché riesce finalmente ad essere felice. I suoi concerti sono affollatissimi perché la gente vuole ridere per lei, ma per lei  conta solo la forza della musica, un amore totale che non l’ha mai tradita.

Meryl Streep è, come di consueto, perfetta nelle sfumature e nella infantile allegria di Florence, ma il più sorprendente è Hugh Grant. L’attore inglese è delicatissimo nel tratteggiare un uomo con aspetti opportunistici, ma anche dotato di una sensibilità non comune, teso a proteggere una donna fragile ed indifesa.

Frears mette in scena un film colto, intelligente, girato in equilibrio tra commedia e dramma leggero. Anche se gli interpreti sono liberi di variare tra i due versanti, lo fanno sotto il severo controllo del regista che mai permette al film di eccedere in una direzione piuttosto che verso l’altra. L’ironia e la complicità con cui viene descritto il personaggio diventa poco alla volta un trattato sulla necessità della menzogna per sopravvivere alla spaventosa brutalità della vita.

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