Downtown Abbey 2 – Una nuova era

Il nostro parere

Downtown Abbey 2 – Una nuova era (2022) UK di Simon Curtis

La famiglia Crawley intraprende un viaggio in grande stile nel Sud della Francia per poter svelare il mistero della villa appena ereditata dalla contessa. Allo stesso tempo la villa viene affittata per girare un film di Hollywood.

L’offerta cinematografica di Downton Abbey porta un nuovo capitolo cinematografico, forse l’atto conclusivo ma pone il problema della chiusura verso coloro che non hanno visto la serie TV, sostanzialmente restano fuori dalla comprensione di moltissimi particolari.  Per i fan della serie, tuttavia, questa rappresenta una seconda opportunità per rivedere i vecchi amici sul grande schermo e vedere cosa ha in serbo il passaggio di un altro anno per i Crawley e i loro amici, familiari e servi.

Una nuova era è strutturalmente strano, con i primi due terzi del film che forniscono doppie sottotrame apparentemente poco importanti per la narrativa complessiva del franchise. Gli ultimi 45 minuti, invece, rappresentano la chiusura di molti snodi, come se Fellowes (creatore della serie) troppo affezionati ai propri personaggi, avesse voluto dare ad ognuno di loro la giusta conclusione, quasi sempre felice, anche a costo di sacrificare la congruità della trama.

Quasi tutti i personaggi del film precedente, infatti, tornano nella villa, con la notevole eccezione di Henry Talbot, il marito di Lady Mary. Non è chiaro se l’assenza di Henry sia il risultato di una scelta creativa o di una decisione dell’attore Matthew Goode di non apparire. Indipendentemente da ciò, non è mancato perché ci sono molti altri volti familiari. In cima alla piramide c’è Violet Crawley, l’ottantenne contessa vedova di Grantham (Maggie Smith), che è stata con Downton Abbey sin dall’inizio ed è una delle preferite dai fan per la sua lingua acida e i suoi modi senza fronzoli. È il suo personaggio, infatti, che avrà, come sempre, l’ultima parola anche i toni sono ben più pacati e, perdonate il termine, “ruffiani”.

Fellowes fa del suo meglio per concedere a ciascun personaggio un momento sotto i riflettori. Questo sforzo, però, mina la coerenza di alcuni di loro. La parte in Costa Azzurra è abbastanza stucchevole e superfluo, così come la storia del film con il passaggio dal muto al sonoro sembra un po’ troppo visto e la protagonista somiglia decisamente alla “cattiva” di Cantando sotto la pioggia.

Il tono rimane coerente con quello della serie TV e del primo film – occasionali momenti spensierati sparsi tra gli elementi drammatici. La nostalgia di una riunione tra attori e la troupe cade facilmente nello stucchevole pur restando ammirati dalla qualità formale e dalla bravura degli interpreti.

 

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