Crimson Peak. Goticismo

Il nostro parere

Crimson Peak (2016) USA di Guillermo Del Toro

Nella cupa Inghilterra del diciannovesimo secolo, Edith, aspirante scrittrice, perde il padre in circostanze violente e sposa l’affascinante Sir Thomas Sharp. Edithe vede fin da piccola i fantasmi e nella minacciosa abitazione vittoriana persa nelle campagne rurali del nord in cui si è trasferita è tormentata da visioni orribili che le preannunciano tragedie e orribili presagi.

Una fiaba gotica di grande fascino, girato con assoluta maestria tecnica citando sia il maestro Hitchcock (Rebecca, la prima moglie) che il nostro Mario Bava cui Del Toro ha preso in prestito la gamma di colori. Il melange tra horror, thriller e film romantico è gestito con grande armonia dal regista che ha definito la sua eroina “Una Jane Eyre con gli zombie” facendola interagire con una casa che, costruita ricchissima di dettagli, diventa essa stessa protagonista. Straordinario il lavoro dello scenografo Tom Sanders e della costumista Kate Hawley che sono risultati determinanti per la qualità artistica della pellicola.

Il film è una festa per gli occhi, in cui Del Toro sfoggia giochi cromatici, invenzioni stilistiche e stimoli visivi che sfiorano il kitsch.  Il suo pregio è, però, utilizzare i barocchismi per uno spettacolo visivo, forse povero di contenuti, ma ricco di sollecitazioni e spettacolarità.

 

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