Cosmos – Imperscrutabile

Il nostro parere

Cosmos (2015) FRA di Andrej Zulawski

Due giovani partono per la campagna per una breve vacanza e, una volta trovata una piccola pensione familiare, abitata da personaggi inquietanti, vengono assediati da segni misteriosi che sembrano sorgere dai tratti più ovvii del quotidiano.
Zulawski ha un contraltare letterario ed è senz’altro il suo conterraneo Witold Gombrowicz. Inevitabile l’incontro tra i due sia per via della sensibilità artistica, sia per la sua eccentricità. Ultimo film prima della sua morte a 76 anni, questo Cosmos è un agglomerato quasi incomprensibile costellato da una miriade di citazioni letterarie, a partire dal canto d’apertura della Divina Commedia.
I personaggi sono una congerie da teatro dell’assurdo così come molti dialoghi possiedono lo stesso imprinting, la stessa volontà di svelare attraverso segni invisibili, dialoghi rarefatti, avvenimenti surreali il non luogo che è il mondo. La narrazione diventa racconto filosofico, nel tentativo di rappresentare al cinema il flusso di coscienza.
Zulawski non è mai stato un regista accondiscendente con il pubblico ed è in quest’opera urticante e fastidioso, respingente per lo spettatore. La sua volontà di scontrarsi con chi guarda è talmente soffocante da non riuscire ad essere sempre interessante.

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